lunedì 21 ottobre 2013

I Mole People sempre più amati

I Mole People, misteriosa band amata dagli intenditori dell'indie rock, è sempre più amata. Dopo una rocambolesca replica al Teatro dell'Ortica di Genova, altre due avventure li aspettano: a Torino il 25 ottobre nel foyer del Caffè della Caduta alle 19.30, poi, per il festival Next>Generation, a Padova, l'8 novembre 2013.
Seguiteli!

giovedì 10 ottobre 2013

"Amami, baciami, amami, sposami": Menzione Speciale @Premio Giovani Realtà del Teatro

Il secondo studio del futuro spettacolo del GTC, con in scena Elisabetta Granara, Sara Allevi e Elisa Occhini (la squadra Civediamoaldìperdì colpisce ancora), è andato a Udine il 5-6 ottobre per tornare al Premio Giovani Realtà del Teatro.
Abbiamo vinto una menzione speciale: un buon segnale che possiamo andare avanti serenamente.
Presto nuove notizie.

sabato 24 agosto 2013

RURAL INDIE CAMP IX: si parte con CIVEDIAMOALDìPERDì

Comincia il Rural Indie Camp IX!
Festival di musica e teatro indipendente in Valle Scrivia!

Si parte giovedì 5 settembre alle 21.30 in una vera cucina, al
circolo ANSPI Chez Rosetta di San Bartolomeo di Vallecalda. Posti limitati!
Ingresso libero!
Non mancate!

Civediamoaldìperdì
Durata: 55 minuti

B, C e R sono tre ragazze precarie e aiuto cuoco al ristorante Besame Mucho. Le spiamo in una serata di lavoro normale, che tanto normale non è, perché R quella sera, a causa della mancanza del burro, scopre la verità: il Dìperdì non esiste più. La notizia scaturisce sgomento, malesseri, visioni ossessive, perché il supermercato di fiducia è l'antidoto alla nevrosi, alla solitudine.
Le attrici maneggiano pentole e stoviglie creando atmosfere sonore.
Vincitore Bando Play With Food III – Torino
Vincitore del Concorso Teatropianeta – Siena
Finalista Premio Scintille 2012


giovedì 22 agosto 2013

RECENSIONE! Civediamoaldìperdì visto da Maria Dolores Pesce, Dramma.it

Cucine del ristorante Besame Mucho. Tre ragazze, aiuto-cuoco precarie, preparano il menù di una serata qualsiasi ma manca il burro e il DìperDì è chiuso, o magari non è chiuso ma solo trasferito altrove o in pausa settimanale. Un evento ordinario, fin banale, scatena così nelle tre protagoniste di questa interessante drammaturgia, che comincia come una contingenza  esistenziale per diventare molto di più, una sorta di rincorsa della memoria e insieme di recupero di identità di cui il cibo e la sua preparazione costituiscono una specie di riferimento grammaticale, una materia concreta, sonora con le pentole che battono e i coltelli che tagliano, ma, soprattutto, psicologica.
Nella cucina di quell'eterodosso ristorante si inseguono così ricordi, sogni e aspettative di tre ragazze che vanno a costituire una metafora della contemporaneità, oltre la percezione generazionale per intercettare un po' di tutti noi.
È una continua metamorfosi che da passato si fa futuro, atteso ovvero temuto, e che trova le sue sponde in quella più grande metafora che è il cibo come nutrimento del corpo ma anche messaggio e segno delle relazioni tra gli uomini e tra l'umanità e la natura.
Una educazione sentimentale in cucina ricca di riferimenti narrativi e di corrispondenze talora assai poetiche, tenuta a bada da una ironia sottile che allontana gli eventi per renderli più comprensibili, o se vogliamo, stante il contesto, più “digeribili”.
La drammaturgia così naviga, inerpicandosi con la giovanile naturalezza dei dialoghi e dei racconti, tra difesa degli animali, pratiche vegetariane, consumi consapevoli e pratiche biologiche-ambientalistiche, punti premio e frigoriferi vuoti di studenti fuori-sede un po' spiantati, mentre sullo sfondo la sana e avveduta cucina delle mamme e delle nonne casalinghe sembra assumere nella sua distanza valenze comicamente metafisiche. Fino al saluto finale e all'appuntamento delle nostre tre ragazze per il giorno dopo, ovviamente al DìperDì.
Drammaturgia scritta a sei mani da Elisabetta Granara, Chiara Valdambrini e Roberta Testino, diretta dalla stessa Elisabetta Granara con le luci di Carlo Cicero e musica di Fabio Bonelli, in “arte” Musica da Cucina.
In scena con Elisa Occhini e Sara Allevi, ancora Elisabetta Granara, l'anima del Gruppo di Teatro Campestre che produce lo spettacolo, un gruppo giovane ma già pieno di iniziativa e ricco di idee e da cui possiamo aspettarci, pur tra le mille difficoltà che purtroppo tutti conosciamo, credo ancora molto.
Tutte e tre brave, infatti, le protagoniste, libere ormai da incrostazioni e cadute dillettantistiche, e capaci di una gestione della mimica e della voce ormai matura, con una nota in più per Elisabetta Granara che tra testo, regia e recitazione mette un segno del tutto particolare sullo spettacolo.
Visto al teatro parrocchiale di via Lodi nell'entroterra genovese, nell'ambito del Festival Teatrale dell'Antico Acquedotto organizzato dal Teatro dell'Ortica, il 24 luglio con un pubblico soddisfatto che con i suoi molti applausi è riuscito a trasfigurare una sala “occasionale” in un luogo di vero teatro, come talora non accade neanche nelle sale “storiche”.

mercoledì 10 luglio 2013

LUGLIO alè

Luglio è un mese intenso per il GTC, e ha anche una ricorrenze molto importante: il 13 luglio è il suo compleanno. Andiamo con ordine, data per data:

venerdì 12 Luglio h.2130
45°theatre corner, Moncalieri (TO)
una rassegna organizzata dal Teatro della Caduta di Torino
sito del centro commerciale 

sabato 13 Luglio h.2130

Festival NuoveTerre, Monterosso (SP)
se vi piace il mare, basta venire un po' prima e farsi un bel bagno
il festival di monterosso 

domenica 14 Luglio  h.2130

Vanchiglietta Circus, Torino
Civediamoaldìperdì in un circo: non è male, chissà che lo spazio non modifichi lo spettacolo
gli altri spettacoli di vanchiglietta circus

ven 19 Luglio h. 21.00

Spazio Savarà, Genova 
Civediamoaldìperdì in una versione ridotta, in occasione di un incontro sulla sovranità alimentare
lo spazio saravà palestra di capoeira 

giovedì 25 Luglio h. 21.30

Festival dell'Acquedotto, Teatro Parrocchiale di Via Lodi, Genova
Il GTC al festival dell'Acquedotto, presso i nostri genitori adottivi del Teatro dell'Ortica 
il programma del festival

lunedì 3 giugno 2013

Recensioni #3 Civediamoaldìperdì

Civediamoaldìperdì 
di Simone Nebbia su TEATRO E CRITICA

Dopo il Garbatella di Matutateatro che, tra le note della musica popolare romana, riconosce al Pasolini narratore anni ’50 la capacità di rintracciare nei personaggi che la abitano il sentimento di una città, il Gruppo di Teatro Campestre vincitore del concorso dell’anno precedente (che ha avuto in palio tre date nel circuito) presenta Ci vediamo al DìperDì, leggero e ironico affresco delle storture che accompagnano il nostro culto del mangiare bene e le relative incongruenze. Ideato da Elisabetta Granara, genovese, lo spettacolo è cresciuto con Elisa Occhini e Sara Allevi abitando la cucina del ristorante Besame Mucho, luogo elettivo della pratica e dove invece i pensieri e le emozioni conquistano spazio e rilevanza. L’idea intrigante che presiede alla mostra scenica è quella di far corrispondere l’intenzione e il sentimento a un impianto sonoro prodotto dall’uso degli strumenti da cucina.
Ecco che il loro racconto si dipana allora fra grattugie e varie stoviglie, recuperando l’idea che il rumore in quanto suono sia generatore di emozioni, o meglio, impressione sonora delle stesse, come osserva lo studioso Piero Mottola autore delle Passeggiate emozionali (Maretti Editore) e nella stessa direzione della ricerca svolta dai musicisti Mirto Baliani e Marco Parollo con Fuocofatuo. Lo spettacolo in sé ha bisogno del coraggio per condurre più a fondo l’inventiva scenica e scegliere fra questa direzione accennata, la più interessante, e altri nuclei maggiormente dispersivi che non giovano alla composizione drammaturgica. Ma c’è nelle intenzioni e nella bontà della proposta un valore cui si è portati, da spettatori, a credere.

Visto al Festival Teatropia, Siena, il 9 marzo

di Rossella Porcheddu su IL TAMBURO DI KATTRIN
Grattugiano, tagliuzzano, imburrano, le giovani cuoche del ristorante “Besame Mucho”, studentesse fuori sede e precarie alle prese con discount in fallimento, cibo biologico, consumo equo e solidale. Affrontano con ironia Elisabetta Granara, Elisa Occhini e Sara Allevi tematiche attuali, i sistemi di alimentazione e di distribuzione, tra ossessioni vegetariane e fissazioni ecologiste, brand da boicottare e punti da accumulare. Musica, ritma, mastica parole il Gruppo di Teatro Campestre con Civediamoaldìperdì, replicato dal 16 al 18 maggio, spettacolo fresco, armonico, digeribile più degli alimenti che riempiono oggi le nostre tavole e affollano le corsie dei supermercati. Pièce culinaria, ritratto leggero di tempi e generazioni incerte, tra voci che risuonano dal passato e passi, lenti e incespicanti, verso il futuro.

Visto a Parabole fra i Sanpietrini, Roma, il 16 maggio

Recensioni #2 I Mole People

I Mole People
di Nicoletta Fabio su PERSINSALA.IT

«Quando si è carenti dal punto di vista dei contenuti, è consigliabile far leva su un’estetica sorprendente»: questa ingenua ma ferma considerazione può a pieno titolo considerarsi il “manifesto programmatico” de I Mole People, particolarissimo duo  che mescola avanguardia e gusto retrò, protagonista di una performance sui generis al CRT Salone.
Un duo strano, per la verità, perché composto da una sola persona, la giovane cantante e musicista Elisabetta Granara che, utilizzando un abbigliamento che alterna con disinvoltura cuffiette da piscina vintage a paillettes e lustrini – concrete testimonianze dell’efficace “estetica sorprendente” già citata – cerca affannosamente di rimediare alla scarsa preparazione artistica e all’improvviso forfait del secondo componente della band.
Dinanzi all’evidente difficoltà di “reggere” uno spettacolo completamente sola, la ragazza non si perde d’animo, ma cerca di mantenere il perfetto aplomb dell’artista, dividendosi ecletticamente tra ukulele, kazoo e uovo-maracas.
Da “Parlami d’amore Mariù” a “Maramao perché sei morto”, passando per “Grazie dei fiori” di Nilla Pizzi e “Dream a little dream of me” di Doris Day (ecco spiegata la dimensione squisitamente retrò del “gruppo”), la cantante rivela al pubblico le sue pene d’amore, il tenero sentimento – non corrisposto – per il crudele collega che, senza fornire alcuna spiegazione, l’ha abbandonata a pochi minuti dalla performance.
«Che tristezza», sospira a più riprese la giovane musicista tra un brano e l’altro, lasciando trasparire sconsolatamente tutto il suo sconforto. Nonostante tutto, però, l’eclettica artista, dopo aver sorpreso il pubblico con un cambio d’abito abbagliante, recupera un po’ dell’iniziale ironica verve per concludere un’esibizione divertente e frizzante, leggera e “interattiva”. Il risultato: un simpatico e riuscito esempio di cabaret.
I Mole People
Un concerto. Un disastro
di e con Elisabetta Granara
consulenza musicale Michele Bernabei
produzione Il Gruppo di Teatro Campestre
CRT Salone
Via Ulisse Dini, 7 – Milano
da martedì 21 fino a domenica 26 maggio
Orari: da martedì a sabato ore 21.30 – domenica ore 19.30

Recensioni #1: Felicitazioni

Felicitazioni
Fricciconi con bulbi, succede a Pre-visioni
di Sara Sorrentino, su L'ARINGA CRITICA

La seconda serata di Pre-visioni al Teatro della Tosse rimane aggrappata alla mente come un ritornello. «Tanto pe’ cantà/perché me sento ‘n friccico ner còre,/tanto pe’ sognà, perché ner petto me ce naschi ‘n fiore».
Felicitazioni si conclude così, con il canto delle due protagoniste, con la felicità sommessa di chi ha deciso di vincere le frustrazioni quotidiane ma anche le tristezze esistenziali, senza troppi drammi. Cinquanta minuti sono passati veloci, e qualche friccico c’è stato.
Maria Luisa Usai, in scena Marilù, dai lunghi capelli neri e i pantaloni argentati, tenta di riacquistare la felice abitudine di far sentire la propria voce, di sovvertire la realtà per riuscire nell’affermazione di sè.
Elisabetta Granara, dona invece corpo e voce al chiassoso immaginario di Marilù, divenendo ora una profetica Marlene Dietrich che vaneggia l’esistenza di un amore universale e canta Lili Marlene suonando un ukulele, ora una sposa un poco esaurita, ora una Miss Italia che piange di gioia per la presunta vittoria. Queste continue trasformazioni, linfa vitale dell’intera rappresentazione, oltre a dare prova di una buona abilità attoriale , non lasciano mai lo spettatore e lo conquistano in una continua evasione dalla realtà che diverte perchè sincera e, sopratutto, viva.
Si esce con il sorriso per poi perderlo, purtroppo, con il secondo spettacolo della serata, Esperanto e Nunziata, omaggio al giardiniere Libereso Guglielmi.
Una donna di città va in campagna, come il topo, trova le lettere della sua anziana nonnina che raccontano di un amore rivierasco, illustre e tormentato, quello con il giardiniere di Italo Calvino, un uomo che ama la libertà ma che porta una parrucca discutibile. Dalla lettura delle lettere l’azione si sviluppa e arrivano proprio tutti: la nonna, cameriera di casa Calvino, il già menzionato giardiniere ribelle, l’immancabile Italo che, taccuino in mano, sta in giardino per poi essere richiamato con voce tonante da quel cattivone di suo padre che non si vede ma si sente. Vissero felici e contenti: la donna di città diviene donna di campagna e si cambia d’abito per essere in tema, ormai amica della terra e dei fiori, ricorda la nonna morta e decide di accudire il suo giardino piantando una montagna di bulbi.
Per la seconda serata è tutto, mentre aspettiamo l’epilogo della rassegna, che si conclude con la terza serata in cui saranno presenti il progetto di Federico/Virando/Bonadei/Anzaldo e la Compagnia dei Misci.

Teatro della Tosse, Cantiere Campana
Pre-visioni, rassegna delle nuove sensibilità
10 maggio 2013

venerdì 17 maggio 2013

I Mole People al Crt / Milano / 21-16 maggio << una elegante esibizione che ha saputo far ridere il pubblico lontano dalle attuali e consuete volgarità >>

Il Gruppo di Teatro Campestre
30 minuti di I MOLE PEOPLE
Un concerto. Un disastro

dal 21 al 26 maggio
CRT Teatro Salone
Via Ulisse Dini


Di e con: Elisabetta Granara
Supporto musicale: Michele Bernabei

«I Mole People sono una band che sposa innovazione e fascino retrò.
I Mole People hanno un vasto repertorio di canzoni d’amore e di morte e spaziano dalla war song alle dolci ballate, passando per il jazz e l’indie rock.
I Mole People sono un rétro acoustic duo. Uno sa suonare, l’altro no. Indovinate chi c’è con voi stasera.»

I Mole People (dal titolo originale del film di fantascienza “Nel Tempio degli Uomini Talpa”, del 1965) sono un progetto teatrale-musicale del Gruppo di Teatro Campestre e sono composti da Elisabetta Granara (ukulele, kazoo, uovo), accompagnata a volte da veri musicisti o guest stars.
L'attrice, che si ispira contemporaneamente alle atmosfere del varietà e dell'ambiente musicale indie, recita la parte di una musicista alle prime armi abbandonata dall'altro componente della band, chiamata I Mole People.
In un contesto decisamente superiore alle sue capacità, cerca di barcamenarsi come meglio può fino alla fine della sua performance, cantando canzoni arcinote, nella speranza che qualcuno venga a salvarla dal massacro al quale va incontro.

domenica 12 maggio 2013

Maggio-giugno: Il GTC non stop

A maggio il GTC non si ferma un secondo: seguiteci, siamo in tutta l'Italia (quasi.)

Venerdì 10 maggio
@Teatro della Tosse, Rassegna Pre-Visioni
FELICITAZIONI

Sabato 11 maggio (domenica 12 maggio)
@Vetrina Expo Tilt 2013
I MOLE PEOPLE

Giovedì 16, venerdì 17, sabato 18 maggio
@Parabole Fra i Sanpietrini // Roma
CIVEDIAMOALDìPERDì
Per info e prenotazioni 
OffRome: info@offrome.com - 349.2639249
Spazio: Forte Fanfulla, via Fanfulla da Lodi, 5
ora: 21.30
sottoscrizione:6 euro+ tessera ARCI

Da Martedì 21 a domenica 26 maggio
@Crt Centro di Ricerca per il Teatro // Milano
I MOLE PEOPLE
posti limitati, prenotazione consigliata
per info, costi e prenotazioni 02 89011644 (da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00) | biglietteria@teatrocrt.it 

Sabato 1 giugno
@Teatro dei Risorti // Radicondoli (SI)
CIVEDIAMOALDìPERDì
per info e costi Associazione Rabèl, tel 0577 793147, compagniarabel@gmail.com

e poi... altre date di Civediamoaldìperdì!
la festa di compleanno del GTC!
il Rural!

a presto

giovedì 4 aprile 2013

Torino, cara Torino, siamo in arrivo

Il GTC, dopo la Toscana, va in Piemonte.
Patria di molte cose, oltre che patria natale di Civediamoaldìperdì, che debuttò in una versione primigenia proprio al Teatro Baretti, in occasione del Festival Play With Food, poco più di un anno fa.
Prima tappa: Caffè della Caduta (www.teatrodellacaduta.org), zona Vanchiglia, dove negli anni '10 del 2000 nasceva l'amicizia tra due giovani stagisti, Betta Granara e Carlo Cicero.

sabato 6 aprile h 2000
Caffè della Caduta
via Bava 39, zona Vanchiglia
prenotazione consigliata
qui: www.teatrodellacaduta.org
oppure qui: info@teatrodellacaduta.org
o ancora qui: 011 5781467


Seconda tappa, la Casa del Quartiere di San Salvario, un posto difficile da immaginare se non ci si è mai stati, bellissimo, dove puoi fare i pranzi comunitari in giardino, fare corsi di qualsiasi tipo, portare a giocare i bambini, vedere film e spettacoli, appunto. Civediamoaldìperdì si presenta in versione speciale "Unplugged", che vuol dire: non amplificata. Niente effetti luce, niente effetti sonori, solo l'ingegno ci aiuterà in questa serata casalinga. Sarà bello!
Viva Torino!


domenica 7 aprile h 2130
Casa del Quartiere di San Salvario
via Morgari 14, zona San Salvario
www.casadelquartiere.it



venerdì 22 marzo 2013

GTC is back!

La prima parte della tournée di Civediamoaldìperdì è finita.
Dopo la tappa di Sarzana alla rassegna NIN-Nuove interpretazioni, Civediamoaldìperdì ha viaggiato per la TOscana passando da Siena, al Festival Teatropia della Compagnia Topi Dalmata, poi ad Arezzo al Teatro Virginian, uno spazio nuovo nuovo gestito da giovani artisti, a Pomarance, dove la Compagnia Officine Papage lavora sul territorio coinvolgendo il pubblico e facendogli scoprire il teatro contemporaneo (abbiamo fatto anche una matinée con gli studenti degli istituti tecnici dei dintorni: ottimi spettatori!), infine alla Cs376 di Cortona, dove Dino ci ha accolti nella sua bellissima casa e dove ci siamo cimentati in una versione acustica.
Nell'attesa di riprendere il viaggio a maggio, quando saremo a Roma e poi in Veneto e Friuli, aspettiamo tutti a Torino, al Caffè della Caduta, sabato 6 aprile alle 20.00 (per info e biglietti: www.teatrodellacaduta.org).
E nel frattempo, per non perdere neanche un colpo, andate a sentire Fabio Bonelli (in arte Musica da Cucina) che sarà sabato 23 marzo alle 20.00 allo Spazio QBì di Via Parma 75 a Torino per il mitico festival Play With Food www.playwithfood.it!

Grazie a Compagnia dell'Ordine Sparso, Giovanni Berretta, Martina, Margherita e Alberto Topi Dalmata, Michele Mori, Officine Papage e Marco Pasquinucci e a Dino di Cs376!

giovedì 7 marzo 2013

Prima di partire, a PALAZZO TURSI con il TEATRO DELL'ORTICA

Domani mattina, 8 marzo alle 9.30 a Palazzo Tursi le commissioni "Welfare" e "Promozione della città" si riuniranno per parlare della situazione del Teatro dell'Ortica.Il Teatro dell'Ortica, che da anni ospita Il Gruppo di Teatro Campestre non solo nella propria stagione teatrale, ma anche mettendo a disposizione spazi, competenze e sostegno morale, cosa che nessun'altro in questa città fa con una compagnia giovane, rischia lo sfratto: grazie, sfigatissimi amministratori pubblici, di non pensare MAI che se le cose esistono c'è un motivo, di non essere MAI informati, di non badare MAI a DOVE METTETE I PIEDI.
Civediamoaldìperdì è nato tra le mura dell'Auditorium Allende, Mirco Bonomi, Anna Solaro e tutto lo staff del Teatro dell'Ortica ci sostengono da sempre. Domani, prima di partire per la nostra tournée in Toscana, andiamo a Palazzo Tursi.
 
Scrive Mirco Bonomi:


La Cultura è sempre l'ultima ruota del carro

Si sa l'Italia è un paese senza memoria, un paese che pensa la cultura sempre come un orpello, un peso, un di più e, in tempi di vacche magre, un di più che va tagliato.

Se non fosse così non si capirebbe la disavventura che sta capitando al Teatro dell'Ortica: storica istituzione in Media Valbisagno, che dal 1996 opera in Via Allende all'interno di alcuni locali della Provincia di Genova.
Lo spazio di Via Allende è composto da un Auditorium di 150 mq. dove si svolge una stagione teatrale al sabato e alla domenica, che per l'anno in corso ha previsto 30 rappresentazioni, un laboratorio per bambini, uno per adolescenti, uno autogestito da giovani aspiranti attori e un corso di formazione biennale in convenzione con l'Università di Genova riguardante la figura di Operatore Pedagogico Teatrale: complessivamente 70 iscritti. Inoltre tutti i mercoledì mattina si svolge il laboratorio teatrale “Stranità” in cui attori, cittadini volontari, operatori e pazienti psichiatrici - all'incirca 50 persone - sperimentano attraverso il “fare teatrale” percorsi di inclusione sociale e di integrazione, dimostrando come si possa, attraverso l'Arte, lottare contro lo stigma nei confronti delle diversità.

Nello stesso complesso lo “Spazio famiglia valbisagno”, progetto in convenzione con il Comune di Genova, nato con i fondi della Legge 285, organizza, tramite l'associazione Nuovo C.I.E.P., momenti di “benessere” quali corsi di massaggio e laboratori di yoga, in cui sono coinvolte circa 60 persone settimanalmente.
Vi è poi un'altro salone di circa 100 mq. adibito dal 1999 a servizio integrativo di Asilo Nido per bambini/e dai 16 ai 36 mesi che l'associazione Nuovo C.I.E.P. gestisce insieme al Consorzio Sociale Agorà nelle ore mattutine e che può ospitare fino a 20 bambini. Nello stesso locale, durante le ore pomeridiane, si svolgono anche incontri protetti, con la presenza di una figura educativa, tra genitori e bambini a cui non sono affidati gli stessi da parte del Tribunale minorile: i cosiddetti Incontri di Autorità Giudiziaria.

Complessivamente vi sono spazi per più di 400 mq. equamente divisi fra il Teatro e i servizi educativi.
Lo spazio di Via Allende e il Teatro dell'Ortica sono una dimostrazione “vincente” di come “fare Cultura sul territorio” voglia dire fare prevenzione sociale e promozione della stessa, ossia inserirsi in una comunità divenendone parte integrante.
A maggior sostegno di quanto finora elencato, basti pensare al rapporto che in questi anni Teatro dell’Ortica e Nuovo C.I.E.P. hanno instaurato con il mondo dell'associazionismo, alle collaborazioni per il Festival dell'Acquedotto, alla partnership con l’Associazione GAU per i laboratori con gli anziani, con le Aziende che operano sul territorio (COOP Liguria e Iren in primis), al rapporto con i CIV e alla collaborazione con il Municipio IV° media Valbisagno.

Per tutte queste ragioni e molte altre ancora la vicenda appare ancora più paradossale.

Breve cronistoria degli avvenimenti

Il 14 genniao l'Associazione Nuovo C.I.E.P. di cui il Teatro dell'Ortica è una costola e della quale fa parte anche giuridicamente, riceve la richiesta di rinnovo per altri tre anni, vale a dire fino al 14 gennaio 2015, da parte della Provincia, firmando un regolare contratto di concessione a fronte del pagamento di un canone agevolato per fini sociali.
Il 13 febbraio venivo improvvisamente convocato, in quanto Presidente della Cooperativa Sociale Teatro dell'Ortica ONLUS, ma anche come coordinatore delle attività educative del Nuovo C.I.E.P., nei locali dall’Amministrazione del Municipio IV Media Valbisagno a Molassana.
Qui scoprivo l'intenzione della Provincia di chiederci di lasciare i locali di Via Allende per improrogabili necessità legati allo spostamento dell'Istituto Marsano.
Il Municipio, che in questa vicenda ha svolto solo un ruolo di facilitatore e di intermediario, e che ringraziamo per l'attenzione la trasparenza con cui ha operato, ci propone l’unico spazio alternativo a sua disposizione.
Nonostante lo choc per la richiesta, mi riprometto di andare a vederlo e prontamente lo faccio accompagnato da un ingegnere edile di fiducia per una valutazione tecnica dello stesso.

Purtroppo i locali, con una complessiva metratura di 200 mq., risultano assolutamente inadeguati per lo scopo in quanto lo spazio per il teatro sarebbe di circa 120 mq., con un'altezza di m 2,70 e una colonna in mezzo alla sala che impedirebbe una qualsivoglia visuale al pubblico.
Nel frattempo, nella mattinata di venerdì 15, una squadra di funzionari e dirigenti della Provincia veniva a trovarci in Via Allende sostenendo che avremmo dovuto andarcene entro l'inizio del prossimo anno scolastico (settembre 2013) e che sarebbe spettato al Comune trovarci uno spazio, ma che non avrebbe dovuto essere un loro problema!!!

Successivamente ci sono stati altri incontri con il Municipio e anche uno in Provincia in cui abbiamo dichiarato non esserci da parte nostra una pregiudiziale opposizione ad un trasferiemento in altri locali della zona, ma che questo doveva essere assicurato con tempi e modi prestabiliti per iscritto.
Va da sé che non accettiamo una logica di “guerra fra poveri” (della serie chi è più importante o chi è più “sfigato”), ma non siamo neanche disposti a farci “sfrattare” senza opporre tutta la giusta e doverosa resistenza a un'azione che percepiamo come ingiusta.

Il Teatro dell'Ortica rischia di chiudere e NON PER DEBITI, che ci vantiamo non avere, ma per scelte non oculate fatte da altri e delle quali si vorrebbe far pagare a noi le conseguenze.

Per concludere, l'uscita da Via Allende dei servizi offerti congiuntamente dal Teatro dell'Ortica e dal Nuovo C.I.E.P. determinerebbe la chiusura di un Teatro, di un servizio integrativo all'infanzia e di un progetto di prevenzione socio-educativa.
Trovare un altro spazio almeno di quelle dimensioni, oppure due separati non è impresa facile. Da parte nostra stiamo dimostrando il massimo di buona volontà e disponibilità, ma non basta, bisogna che altri facciano la loro parte e non si sentano come “Ponzio Pilato”.
Ci sono giunte attestazioni di stima da più parti e anche ipotesi di soluzioni alternative: purtroppo per il momento non realizzabili a breve, come la creazione di uno spazio polivalente nell'Area ex Boero (i lavori cantierabili sono fermi da tempo) o ancora l'ipotesi di costruzione di uno spazio teatrale e polifunzionale presso le ex Officine Guglielemetti dove dovrebbe sorgere il nuovo centro commerciale di COOP Liguria, ma anche qui si è in attesa della variante di bacino e tutto è fermo.

Insomma noi non facciamo “opposizione pregiudiziale” a uno spostamento, ma bisogna trovare uno spazio almeno di pari dimensioni a quello che abbiamo, considerata l’immensa mole di lavoro che svolgiamo e che, persino adesso, siamo costretti a rinunciare ad altre attività che ci vengono richieste per mancanza di spazi e di tempi.

Il Teatro dell'Ortica è l'unica realtà professionale che lavora in Valbisagno, è la più importante realtà di Teatro Sociale in Liguria: lavora infatti con il Carcere di Pontedecimo, con la Salute Mentale di Genova, di Sanremo e di Imperia, fa parte di TILT (teatri indipendenti Liguri - un progetto per un diverso modo di concepire la cultura), TEGRAS teatro educazione (progetto svolto in collaborazione con altre compagnie per conto del Comune di Genova che interviene nelle scuole genovesi), collabora con varie cooperative sociali in percorsi di educazione attraverso il teatro, percorsi intergenerazionali con GAU e AUSER.

Per concludere

Venerdì 8 marzo alle ore 9,30 vi sarà in Consiglio Comunale una riunione congiunta delle Commissioni Cultura e servizi Educativi del Comune di Genova a cui siamo stati invitati a partecipare assieme alla Provincia di Genova: all’ordine del giorno è proprio la situazione del Teatro dell'Ortica.

Chiediamo che le Istituzioni Pubbliche si assumano la responsabilità di questa situazione trovino una soluzione congrua e adeguata per tutti; in mancanza di ciò, faremo il possibile e l'impossibile per far rispettare il contratto e la nostra giusta causa.

Il Presidente del Teatro dell'Ortica e Responsabile dei servizi educativi del Nuovo C.I.E.P.

Mirco Bonomi

mercoledì 27 febbraio 2013

Turnè

Ecco l'itinerario che Civediamoaldìperdì, a neanche un anno dalla sua prima apparizione sul palco del Teatro Baretti di Torino al Festival Play With Food, seguirà dalla bassa Liguria fino alla Toscana dall'8 al 17 marzo.
A tutti i Toscani in ascolto: amici! diffondete la notizia! Fateci sentire il vostro calore! Amateci!

venerdì 8 marzo @ NIN- Nuove interpretazioni, SARZANA

il sito di NIN
sabato 9 marzo @ Festival TEATROPIA 2013, SIENA

il programma di Teatropia2013
giovedì 14 marzo @ Teatro Virginian, AREZZO
venerdì 15 marzo @ Teatro dei Coraggiosi, POMARANCE
sabato 16 marzo @ Teatro dei Coraggiosi, POMARANCE

La pagina facebook del Teatro dei Coraggiosi
domenica 17 marzo @ Cs376, CORTONA


giovedì 21 febbraio 2013

Il Gruppo di Teatro Campestre un anno fa a Art Camp Torino

A giugno 2012 il GTC è stato invitato all'ArtCamp, meeting nazionale dei centri indipendenti italiani di produzione culturale, per parlare del Rural Indie Camp/Theatre. Ecco un video di quella giornata!
Youtube.com Videa - 2. ArtCamp @Murazzi Student Zone Videa

lunedì 11 febbraio 2013

Una recensione capolavoro

Ecco la recensione di Civediamoaldìperdì al Teatro il Sipario Strappato di Giacomo Conti.
E' un amico GTC da anni, è vero: ma leggerlo significa capire meglio il lavoro che stiamo facendo e gliene sono grata:



CIVEDIAMOALDI’PERDI’

“ Sono perso nel supermercato / non riesco più a fare acquisti contento / sono entrato per l’offerta speciale / una personalità garantita…”
(THE CLASH-LOST IN THE SUPERMARKET)

Il teatro –quando non é imitazione morta- può diventare un incontro vivo tra persone vive: allora prende linfa dai palchi, dal clima diffuso e ogni serata risulta diversa dalle altre secondo un magico riproporsi di ingredienti identici che creano un piatto sempre saporito.
CIVEDIAMOALDI’PERDI’ è uno spettacolo incredibilmente vivo e il particolare debutto nel minuto teatro arenzanese IL SIPARIO STRAPPATO esalta le sue caratteristiche creando un  rapporto franco e intimo con il pubblico. La serata inoltre è stata introdotta dal direttore artistico che compie un’estrazione tra gli astanti affinché possano godere dei premi messi a disposizione dagli sponsor: il cortocircuito involontario finzione-realtà non potrebbe essere più compiuto con una magnifica  puntualizzazione durante le domande naif del dibattito post-esibizione (“Effettivamente avete colto un punto: la chiusura del DI’PERDI’ è stata un po’ un trauma…”).

Un tavolo, stoviglie, piatti e tre ragazze sul palco.
Sono tre attrici GTC: Elisabetta Granara, Elisa Occhini e Sara Allevi.
Impersonano tre cuoche-cameriere precarie, stritolate nel nevrotico ingranaggio preparatorio della cena di San Valentino presso un ristorante di livello. 
Se il primo lavoro targato GTC affrontava a muso duro il tabù della morte questa seconda pièce di Elisabetta Granara, Chiara Valdambrini e Roberta Testino indaga un altro tabù contemporaneo: il rapporto ossessivo della nostra società affluente con il cibo e l’acquisto di alimenti.
Se di morte non si vuol mai parlare di cibo si parla fin troppo e ovunque: un bombardamento di informazioni urtanti catechizza sulle modalità per accumularlo, sceglierlo, conservarlo, cucinarlo, in definitiva amarlo.
Il luogo di caccia del cittadino-ghiottone é il supermercato dove il cibo può assurgere a feticcio e il consumo mutare in lavoro supplementare tributato alla “libertà sovrana della merce” (Guy Debord).
Il supermercato come chiesa per i fedeli: per cui non c’è blasfemia nella preghiera in rima dedicata alla Madonna dei punti e degli sconti.
Il supermercato come piazza e punto di riferimento: per cui se viene spostato ci sentiamo smarriti e continuiamo a darci appuntamento al DI’PERDI’ senza riuscire a pronunciare il diabolico nome francese che comincia per C.
Il supermercato come valvola di compensazione: nell’ordine implacabile delle merci, nell’abbondanza crassa delle offerte speciali, nello splendore invitante di cibi e bevande troviamo la promessa messianica di una consolazione alle ristrettezze che siamo costretti ad affrontare.
La consolazione si fonda spesso su un assunto semplice: se siamo ciò che mangiamo mangiando meglio diventeremo persone migliori. Il catalogo ironico delle mode dell’alimentazione etica non risparmia niente: biologico, km zero, equo-solidale, consumo critico, vegetarianesimo vengono contemporaneamente abbracciati e irrisi come se non fosse davvero possibile “uscire dal supermarket”.
Il filo conduttore tematico-musicale delle vicende d’altra parte é l’evergreen di Consuelo Velazquez che presta il nome al ristorante Besame Mucho e viene intonato a turno dalle ragazze nel microfono laterale che raccoglie confidenze e sfoghi. Il testo dolente racchiude il cuore dello spettacolo: baciami, baciami tanto / come se fosse stanotte l’ultima volta…e così il bisogno di amore sublimato nel cibo diviene richiamo all’infanzia dei sapori primari. La torta di nocciole della nonna riconcilia con il mondo interiore e recupera la dimensione autenticamente sacrale del cibo preparato a mano come strumento di cura e di condivisione: la nonna ritorna deponendo una luce fioca fioca, un po’ candela da compleanno un po’ lumino da altare mortuario.
Non possiamo chiedere troppo alla tortina della nonna: non possiamo sperare di rimanere protetti, di non soffrire, di innamorarci della mitologica persona giusta o al contrario di non innamorarci mai.
Eppure uno spiraglio di libertà esiste: la possibilità di rincontrarsi e riconoscersi senza essere obbligati a tornare pavlovianamente di fronte all’insegna DI’PERDI’.
In fondo bastano una pensilina, una busta di tabacco e un gioco di sguardi complici per tornare a essere donne e non tessere nel mosaico dei giorni dilapidati a consumare e a farsi consumare.

La regia di Elisabetta Granara mostra una matura complessità nella scelta dei tagli di luce (a cura di Carlo Cicero), nella composizione delle scene, nella grinta energica delle tre protagoniste e nel ritmo modulato che non trasforma mai l’insieme in una collana di gag mantenendo una coesione che avvolge.
Il retrogusto amaro di ogni segmento spiazza continuamente lo spettatore: si ride soffrendo e alla fine si piange in una fusione di contrasti emotivi che costituisce la forza propulsiva di uno spettacolo inquieto e dubbioso.
In questa costruzione ossessiva contano molto suoni e rumori accuratamente amplificati: i rumori del cibo, i rumori del corpo e i rumori del cibo che attraversa il corpo trasformando in alieno quel che é più quotidiano e costringendo lo spettatore a soffermarsi sull’estraneità dei suoi stessi fenomeni fisiologici (masticazione, deglutizione e digestione).
Comuni utensili servono ad uno scopo non comune in una partitura che deve una parte all’estro delle attrici e molte parti al progetto MUSICA DA CUCINA di Fabio Bonelli, sceso dalle Alpi per creare musica intessuta di riverberi casalinghi. 
Lo spettacolo è nato in occasione del Festival Play with Food III di Torino e ha vinto il Concorso Teatropianeta di Siena.
C’è da scommettere che la sua corsa e quella del GTC non si fermeranno ad Arenzano: buona visione e (se ve ne resta dopo…) buon appetito.

Giacomo Conti

Mai più comme d'habitude

Il GTC partecipa Mercoledì 13 febbraio alle 10.30 alla Sala Chiamata del Porto all'Assemblea Pubblica indetta da Tilt: Proposte d'intervento per un nuovo sistema di gestione dello spettacolo dal vivo.
I tempi sono cambiati. L'abitudine non serve quando i tempi cambiano. I finanziamenti, sì.
Bisogna solo capire come distribuirli.


lunedì 14 gennaio 2013

Post-debutto

Una settimana di prove e semi-convivenza per noi. Soddisfatti del debutto, prepariamo un estratto di 20 minuti per la vetrina TeatroNet, che sarà a Torino il 18-19-20 gennaio, cioè il prossimo week end.
Civediamoaldìperdì sarà al Teatro dell'Ortica il 23 febbraio.
Ciaooo

mercoledì 2 gennaio 2013

Dì-per-Dì! Dì-per-Dì! Dì-per-Dì!

Facciamo il tifo per il nostro Civediamoaldìperdì, che sta per tornare, nuovo come l'anno nuovo, nella sua versione 2013 con Elisabetta Granara, Elisa Occhini e Sara Allevi alle prese con pentole, padelle, taglieri amplificati e microfoni panoramici, per catturare il rumorio della cucina, il rimuginare ferroso dei nostri cervelli soli.

Alla consolle, come prima, più che mai: Carlo Cicero.
E Civediamoaldìperdì ha una locandina, finalmente!
Ecco il flyer, un esempio di quelli di cui sarete sommersi: